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La ministra Calderone e la laurea, la risposta del ministero dell’Università: “La Link era straniera. I suoi titoli nell’anagrafe dei laureati non ci sono”

La posizione ufficiale arriva nel giorno in cui in Parlamento è chiamata a rispondere al question time delle opposizioni
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“Al momento del conseguimento della laurea triennale (della ministra Calderone, ndr) l’università Link si configurava come istituzione straniera. I titoli emessi, quindi, non risultano nell’anagrafe nazionale dei laureati”.
(Ministero dell’Università)

Bammm: eccola, definitiva. Dopo giorni di silenzio, arriva la posizione ufficiale del Ministero dell’Università sui titoli di studio della ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. E arriva proprio nel giorno in cui in Parlamento è chiamata a rispondere al question time delle opposizioni che le hanno chiesto di rispondere, non sui social, ma nella sede opportuna di Montecitorio, ai tanti dubbi sollevati dall’inchiesta del Fatto Quotidiano sui titoli di studio che di dichiara di aver conseguito alla Link Campus di Roma: la laurea triennale che nel 2012 e la laurea biennale nel 2016.

Laurea Calderone non è nell'anagrafe dei Laureati, la Ministre non risponde
di Manolo Lanaro
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Dopo giorni di silenzio, interpellato il Ministero dell’Università e Ricerca Mur, pur tra molte riserve legate alla privacy, ha dovuto rispondere questo: “Al momento del conseguimento della laurea triennale (della ministra Calderone, ndr) l’università Link si configurava come istituzione straniera. i titoli emessi, quindi, non risultano nell’anagrafe nazionale dei laureati”. La ex “Libera Università di Malta” con decreto del ministro Gelmini il 12 settembre 2011, ratificato dalla Corte dei Conti il 28 ottobre 2011, viene riconosciuta come università italiana, dando così valore legale ai titoli di laurea che rilascia, e cambia da quel momento cambia nome in Link Campus. Dunque la sua laurea triennale è conseguita in un’università estera che non ha valore legale in Italia, per questo non risulta niente all’ANS, e non si capisce come possa aver conseguito la laurea biennale senza una laurea triennale valida in Italia per poter conseguire quella di secondo livello.

La risposta, nero su bianco, è un elemento di verità insuperabile, un punto fermo e di non ritorno in questa storia che è stata una lunga “caccia ai titoli”, iniziata due anni fa, quando (inutilmente) il nostro giornale aveva chiesto alla ministra, appena insediata, dove si fosse laureata e quando, perché nessuno dei suoi curriculum stranamente lo riportava. Come oggi, solo allora una nota rispondeva che nel 2012 aveva conseguito la laurea triennale e nel 2016 la magistrale presso la Link Campus University. Ma alla successiva richiesta di visionare diplomi e libretti d’esame la risposta fu “la ministra non è solita ostentare i pieni voti”. Che infatti, si è scoperto poi, non aveva: la sua media era infatti di poco superiore al 26. Libretti alla mano, dai documenti interni alla Link, il Fatto scopre poi che alla triennale era solo iscritta dall’1/11/2011 e che erano riportati solo due esami solo “convalidati” nella stessa data dell’iscrizione. Tanto che da risultare ancora “iscritta” a quel ciclo di studi, per il quale all’Anagrafe Nazionale degli Studenti e Laureati del Ministero, l’unica che attesta il valore legale dei titoli universitari conseguiti, non risulta niente.

Ma contemporaneamente, con altro numero di matricola, era già iscritta – nello stesso anno accademico 2012/2013 – anche al corso di laurea biennale di secondo livello, come è stato possibile? Di più. Dallo statino degli esami del corso biennale in Economia Aziendale (LM-77) che abbiamo potuto consultare è emerso che per due volte aveva superato due esami di economia nello stesso giorno, pure di domenica. Per cinque volte la studentessa Calderone dava esami domenica, una volta il sabato. “E’ normale per chi studia e lavora, e io studio e lavoro da 30 anni”, ha replicato la ministra solo sulla sua pagina Facebook.

Studente e lavoratrice, dunque. Ma che lavoro faceva esattamente mentre studiava? Marina Calderone era già da più di dieci anni presidente del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, aveva poi incarichi in vari Cda tra cui Finmeccanica: nessun lavoro da dipendente che le avrebbe impedito di frequentare lezioni e sessioni di esame come tutti gli altri normali studenti.

Poi riusciamo a individuare uno dei suoi professori, l’economista Antonio Rinaldi. Al Fatto racconta di aver insegnato per sette anni alla Link. Era con lui che Calderone supera con 27/30 l’esame di “International corporate and investment banking”. Il professore spiega di non ricordarsela affatto, e che non sapeva neppure che l’università concedesse agli studenti di fare gli esami la domenica. Ma come avvenivano? “C’era la fila di studenti in attesa, io da solo facevo l’esame, compilavo il verbale col voto, e alla fine portavo tutti i verbali alla segreteria dei docenti e andavo via. Loro provvedevano a registrarlo”.

Le stesse modalità degli esami le ha confermato al Fatto anche l’ex rettore Claudio Roveda, oggi imputato a Firenze per la vicenda dei poliziotti dalle “lauree facili”: “In effetti l’università era aperta 7 giorni su 7, la domenica se il professore era disponibile a richiesta dello studente poteva accordare di fare l’esame quel giorno”.

Alla domanda se il professore era solo, Roveda ha risposto “certo che teoricamente i docenti dovevano essere due, ma in realtà era sempre solo uno che faceva l’esame”. Ma qui, attenzione, si spalanca un altro capitolo sulla legittimità di tutti i titoli rilasciati dalla Link, dai poliziotti ai consulenti del lavoro: per essere valido un esame universitario deve avvenire alla presenza di “almeno due membri”, perché solo così si forma una “commissione”. E chi lo dice? La legge 270/2014 che regola lo svolgimento degli esami universitari. E sempre il Ministero, interpellato dalla pm di Firenze Christine Von Borries. Nella sua indagine sui poliziotti a un certo pubnto la pm convoca la funzionaria del Ministero dell’Università Maria Letizia Melina, dg della Direzione Generale per lo studente e lo sviluppo che lo scandisce precisando: “Non può essere presente un solo membro della commissione” perché se l’esame avviene così “è da considerarsi nullo e non valido al fine del rilascio del titolo”. E dunque, nessuno degli esami della dottoressa Calderone sarebbe valido. Ora resta solo una domanda, tutta politica: acquisita oggi la conferma diretta del Ministero dell’Università che la signora Calderone ha conseguito la prima laurea all’estero e non in Italia, quando la Link non era riconosciuta (e tuttavia ha sempre detto il contrario) la sua collega ministro Bernini avvierà una verifica sui titoli della collega di governo?

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